Ogni bambino porta con sé una storia unica, irripetibile. Dietro comportamenti che preoccupano si nascondono sempre emozioni, esperienze, e un modo unico di percepire il mondo.
Il mio intervento inizia sempre dall'ascolto - del bambino, certo, ma anche della famiglia, degli insegnanti, di tutti coloro che fanno parte del suo universo quotidiano.
Attraverso una valutazione completa e rispettosa, cerchiamo di comprendere non solo i sintomi, ma la persona nella sua interezza. Solo così possiamo costruire insieme un percorso di cura personalizzato, che rispetti l'unicità di ogni storia.
È come una piccola furia, un turbine che non trova pace. Le sue mani, i suoi piedi, persino i suoi pensieri sembrano in perpetuo movimento. A scuola, le parole dell'insegnante diventano echi distanti, persi nel rumore dei suoi pensieri. I compiti sono montagne impossibili da scalare, e ogni tentativo si perde a metà strada.
A casa diventa una girandola di energia - saltella da un'attività all'altra, lasciando una scia di progetti incompiuti. Lo vedi innervosirsi quando la vita gli chiede di fermarsi, di sedersi a tavola, di concentrarsi su un libro.
Nel suo cuore vive un desiderio profondo: vorrebbe fare mille cose insieme, e si sente imprigionato quando non può.
Dietro l'irrequietezza spesso si nasconde un cervello che elabora il mondo in modo unico. Insieme, possiamo trovare strategie per trasformare questa energia in una forza creativa.
Mentre gli altri bambini sembrano correre, lui cammina. Osserva il mondo con occhi attenti, ma le parole nei libri danzano davanti ai suoi occhi in un ballo confuso. La memorizzazione diventa un labirinto senza uscita, e i numeri sulla lavagna sembrano parlare una lingua straniera.
A casa, è dolce e affettuoso, ma vedi la frustrazione crescere in lui quando il mondo chiede indipendenza - nei compiti, nelle attività quotidiane, persino nel vestirsi. I suoi occhi tradiscono la domanda che non osa fare: "Perché è così difficile per me ciò che per gli altri sembra naturale?"
Le difficoltà di apprendimento non definiscono l'intelligenza di un bambino. Insieme, scopriremo i suoi punti di forza unici e costruiremo ponti verso la conoscenza che rispettino il suo modo di apprendere.
Ricordi quando i suoi occhi brillavano? Quando la risata sgorgava spontanea, quando la curiosità lo guidava attraverso le giornate? Ora lo guardi e vedi un'ombra dove prima c'era luce.
Non sorride più come prima. Si alza con lo sguardo già stanco, come se avesse vissuto un'intera giornata prima ancora di iniziarla. Il cibo perde sapore, i giochi perdono significato. I cartoni preferiti scorrono sullo schermo, ma i suoi occhi guardano oltre, verso un punto che solo lui può vedere.
Gli amici chiamano, ma lui preferisce la solitudine. Come se il mondo fosse improvvisamente diventato troppo rumoroso, troppo esigente, troppo tutto.
La tristezza nei bambini spesso parla una lingua diversa da quella degli adulti. Insieme, impareremo ad ascoltare ciò che non riesce a esprimere a parole e a riaccendere, passo dopo passo, quella luce interiore.